giovedì 13 novembre 2008

QUEL GRANDE GRANDE UOMO DI BENIGNI!

Ecco, recitata dalla sua bocca, la poesia dedicata da quel fenomeno culturale e civile dell'Italia d'ufficio Roberto Benigni, a Giorgio Almirante. Da ascoltare attentamente al fine di tenere sempre bene a mente la differenza tra chi "odia" e chi semplicemente "È".



Caro Benigni, pensavamo fossi solo una merda che non sapesse leggere la Divina Commedia nonostante le cerimonie e gli scodinzolamenti degli apparati pseudointellettuali di sistema, ma evidentemente sei qualcosa di peggio. Tanto dovrai crepare pure tu prima o poi... e quando creperai troverai Lui ad attenderti e a risponderti per le rime.
Chissà se fabbricano l'olio di ricino nell'aldilà?

L'Ostile
PS: Spero ti nasca un figlio con la faccia di Berlusconi e il cuore di Dell'Utri!

martedì 11 novembre 2008

RIFIUTI INGOMBRANTI

A sinistra le figure di merda son di casa.
Repubblica di venerdì 7 novembre, sulla gaffe di Berlusconi scriveva:
"...la gaffe di Berlusconi è destinata a scatenare un putiferio. E perché toccherà alla Farnesina sbrogliare la matassa con i colleghi americani"
Toni da vero e proprio incidente diplomatico, neanche ci si trovasse difronte alla crisi del '62!
Ma continua La Repubblica:
"Walter Veltroni è il più severo, e anche quello che realizza la devastante portata negativa delle espressioni del Cavaliere"
Il vocabolario si fa sempre più greve, il "devastante portata" richiama alla memoria la tragedia di Hiroshima, o quella del Vajont... per il cronista di Repubblica la gaffe di Berlusconi è equipollente a cui si contrappone la lucida lungimiranza del premier ombra Veltroni.
Si susseguono poi altre affermazioni da panico diplomatico, sempre secondo Repubblica, con un'intervista alla giornalista Rula Jebreal che afferma sconvolta:
"Mi ha chiamato mia figlia, appena tornata da scuola. Era sconvolta perché anche lei è mulatta. [...] Berlusconi ha offeso tutti gli italiani che hanno un colore diverso della pelle"

Già! Fortuna che c'è Repubblica a difendere spada tratta i diritti delle minoranze contro le devianze razziste pseudo-neofasciste ecc... Definire un uomo di colore "abbronzato" che volgarità! Che schifezza! Quale gretto razzismo!
E infatti fu proprio Repubblica la prima a definire Obama "abbronzato"! Il fu 31 ottobre, per mano del "vate" di sinistra Vittorio Zucconi con una corrispondenza dagli Stati Uniti chiamava Obama "...il senatore abbronzato..." quasi una settimana prima del Berlusca.
Ma come? Non è razzismo? Alla Repubblica hanno proprio la memoria corta o forse si tratta di memoria di comodo?

L'Ostile

venerdì 7 novembre 2008

OBAMA: CAMBIA IL COLORE MA NON LA SOLFA!


A Veltroni l'unica cosa che gli rode e di non poter essere il primo nell'impresa. Ma non si preoccupi, il tempo non gli manca e prima o poi toccherà pure a lui "l'onore".

Noi, dai banchi dell'Ostile, pazientemente attendiamo. Attendiamo che l'ubriacatura Obama passi a questa manica di appecoronati pecoroni politici, mezzi stampa, show-men, intellettuali ecc... Italiani e non, che per un anno intero ce l'hanno menata prima con la gallinella Hilary e poi con "l'effetto Obama". Ma già un avviso possiamo farlo agli esultanti beoti: dopo la sbronza rimane il mal di testa. Buona emicrania cazzoni!

L'Ostile!

L'ABBRONZATURA DI OBAMA

martedì 4 novembre 2008

L'ANGOLO DELLA POESIA

Piazza Navona e li compagni.

Er compagno rosicone
proprio nun c'è stava
a dov'è ingoià pure sto boccone,

che dopo anni d'opposizione
ingiusto proprio je pareva
de rivedè in piazza quer colore:

"Ma come, er nero, er fascista!"
Urlava disperato nel centro sociale voto.
"Qui nun ce segue più nessuno manco pe' svista.
Famo quarcosa pe' ddio, arzamo un maremoto"

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E così se presentorno in piazza:
truci, co' la rabbia de' desperati
tristi, co' la bava de chi se rosica la mazza.

Han tirato pietre, sedie e tavolini
recitando er dettato dei padroni
de fa bastion contrario sempre e senza motivi.

Ma er cammerata mica so' preti e bambini,
che li poi offenne e malmenà come Stalin t'ha scritto,
e se li so' trovati 'nfatti schierati, decisi e ferini
che de esse in piazza pure loro era 'n diritto!

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E dopo li fochi, manco a dillo,
che se so' trovati più soli de pria
ha' cominciato a piagne lacrime de coccodrillo.

E senza pudore se so' 'nventati,
che a piagne miseria so' maestri,
de esse dalli fasci stati malmenati.

E quarcuno ancora je crede,
a sta pletora de desperati,
pecché proprio j'è piacerebbe vede
tutti li neri 'nprigionati

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Ma purtroppo, me tocca dillo,
la verità sta filmata e ovunque poi vedella
che er blog mica ce l'ha solo Grillo.

E dall'artra parte, che de aria fritta c'han fatto scienza,
solo chiacchere de compagni, antifà e pank'abbestia
che chi odia, se sa però, nun fa onesta testimonianza.

De mijoni de telecamere, cellurari e cellulini
non c'è filme che regge quer che dicono con foga
sti compagni rosiconi, corollario dei celerini
che riempono li giornali con la loro chiacchera vota.

L'Ostile